03.una professione misconosciuta

Una rapida carrellata, in oltre due secoli, delle varie tappe che hanno portato la categoria - mantenendone l’identità - fino al rango di professione, sancito dalla legge quadro del 1989. Come avviene per ogni processo storico, anche in questo caso la lettura e la conoscenza del passato consente di capire meglio il presente. L´iconografia immaginaria della vecchia guida valligiana è da sostituire con una figura preparata a far frequentare regioni naturali particolari (alta montagna, verticale, orientamento, ghiacci); ad insegnare roccia, ghiaccio, sci fuoripista, arrampicata, trekking, indoor e canyoning.Trascurando la tradizione dei valligiani ad accompagnare viandanti, pellegrini ed eserciti attraverso le Alpi, la prima Guida alpina può essere considerata Jean Jordaney di Pré-Saint-Didier, in Valle d’Aosta. Jordaney fu infatti ingaggiato a partire dal 1774 dal naturalista ginevrino Horace-Bénédict De Saussure, per scoprire una possibile via di salita al Monte Bianco: un’affascinante avventura coronata l’8 agosto 1786 con la conquista della vetta da parte di Jacques Balmat e Michel-Gabriel Paccard. Oggi si considera questa data come inizio storico dell’alpinismo vero e proprio. La seconda ascensione venne compiuta ancora da Balmat con tre guide di Chamonix, alla ricerca di un itinerario meno pericoloso del precedente, nel 1787. De Saussure raggiunse la vetta dopo tre settimane dalla seconda ascensione, con una carovana di 18 fra guide e servitori, compiendovi alcuni esperimenti scientifici. Questa terza ascensione ebbe grande risonanza, tant’è che spesso si attribuì poi erroneamente a De Saussure il merito della prima conquista. A partire dalla storica data della conquista della cima più alta delle Alpi, inizia la storia dell’alpinismo a cui rimarrà sempre legata - e con un ruolo determinante - la figura della Guida. 1850: viene fondata a Courmayeur la prima società di Guide sul versante Sud delle Alpi - seconda nel mondo solo a quella di Chamonix, nata nel 1821 - seguita nel 1872 dal gruppo di Alagna Valsesia e poi via via, con lo sviluppo dell’alpinismo, da altre società su tutto l’arco alpino. In quel periodo vengono fondati anche i vari Club Alpini europei e il servizio delle Guide si trasforma definitivamente in attività redditizia. 1877: nell’area piemontese, su iniziativa di alcuni membri del CAI, viene costituito il “1° Consorzio Intersezionale per l’arruolamento delle Guide e dei portatori”, organizzazione poi ripresa nelle altre regioni alpine. Questi consorzi godono di vita indipendente tra di loro fino al gennaio 1931. 1931: il Club Alpino scioglie i consorzi regionali per inquadrare le Guide in un unico “Consorzio Nazionale Guide e portatori”, strutturato a sua volta in comitati regionali o interregionali: un organismo alle dirette dipendenze del Club Alpino Italiano che provvede dunque alla nomina dei quadri direttivi (presidente del Consorzio nazionale e presidenti dei Comitati regionali, che in genere erano dei dilettanti), a stabilire le direttive generali, all’amministrazione e alla formazione. 1978: le Guide riescono a trasformare il consorzio nazionale in associazione di categoria: l’AGAI - Associazione Guide Alpine Italiane, dandosi un nuovo statuto e un apposito regolamento. L’AGAI si associa all’UIAGM - Associazione Internazionale Guide Alta Montagna - a cui oggi aderiscono 24 paesi europei ed extra europei.1981: l’AGAI diventa una “sezione nazionale” del Club Alpino Italiano, con i compiti statutari di provvedere ai corsi di formazione per Guide alpine e Aspiranti Guide. I quadri dirigenti dell’AGAI vengono democraticamente eletti dalle Guide. La formazione professionale e i relativi programmi sono delegati alla commissione tecnica dell’AGAI, composta da sole Guide, che ha provveduto a una rivalutazione tecnica dei corsi. 1985: inizia l’iter di una proposta di legge-quadro firmata dagli onorevoli Bassanini, Motetta, Dujany.1989 - 2 gennaio: dopo quattro anni di faticoso travaglio, la legge viene promulgata. Togliendola dal novero dei mestieri, il legislatore nazionale riconosce nella Guida alpina l’unica figura che può offrire al cittadino prestazioni di accompagnamento in montagna e d’insegnamento delle tecniche alpinistiche, inserendola nel più prestigioso mondo delle “professioni” e indicando come strutturarsi a livello nazionale e regionale. La nuova legge sancisce inoltre l’obbligo di intervenire in soccorso di persone in difficoltà e prevede una stretta collaborazione con le istituzioni, al fine di tutelare la sicurezza del cittadino. A partire dal 1989 vengono istituite anche le Scuole di alpinismo, scialpinismo e arrampicata, funzionali al coordinamento del lavoro associato. Queste scuole, gestite da Guide alpine, si avvalgono di un marchio di qualità in una denominazione controllata che è appunto: “Scuola Italiana Alpinismo, Scialpinismo e Arrampicata”.1990/1996: in questo quadriennio le regioni legiferano, i collegi si costituiscono. 1996 - 28 ottobre: si giunge finalmente all’elezione dei membri elettivi del primo direttivo del Collegio Nazionale. 1997 - 21 maggio: il dipartimento del turismo convoca a Roma il direttivo e nomina il primo presidente, certificando così la nascita del Collegio Nazionale Guide Alpine Italiane.

 


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